Interviste|20 febbraio 2012 13:40

Vertigini e acufene, quanto incide il fattore “stress”

Il dottor Roberto Teggi, specializzato in Otorinolaringoiatria, svolge la sua attività presso l’Ospedale San Raffaele – Università “Vita e Salute” di Milano. Docente di Medicina, Fisioterapia Riabilitativa e nel corso di Specializzazione in Neurologia (corso di vestibologia clinica), affronta con noi tematiche quali le maggiori patologie che interessano l’orecchio, cause e rimedi per le vertigini e la natura degli acufeni.

Quali sono le principali patologie che colpiscono l’orecchio interno e che necessitano dell’intervento dello specialista?
Nell’orecchio interno coesistono 2 organi di senso, la coclea, deputata a “sentire” i suoni provenienti dal mondo esterno, ed il vestibolo, organo di senso che avverte il movimento, o per meglio dire le accelerazioni lineari e angolari del nostro corpo.
Le malattie della coclea determinano diminuzione di udito di tipo neurosensoriale; sono facilmente diagnosticabili e differenziabili da altre malattie dell’orecchio medio, quali le otiti, con l’ausilio di un esame audiometrico. Di particolare importanza è la diagnosi precoce di una condizione patologica, l’ipoacusia ad insorgenza improvvisa, poiché il  trattamento della stessa entro i primi giorni è determinante nel recupero funzionale dell’udito.
Le condizioni patologiche del vestibolo determinano vertigine e quest’ultima sensazione è immancabilmente accompagnata a nausea e vomito. Le malattie acute dell’orecchio interno sono piuttosto comuni; è stato calcolato che circa il 7% della popolazione avrà almeno un episodio vertiginoso durante la propria vita ed il 10% degli accessi ai servizi di Pronto Soccorso viene effettuata per malattie dell’orecchio interno.

Cos’è la vestibologia?
La vestibologia o otoneurologia è la disciplina che si occupa della diagnosi e della cura dei pazienti affetti da vertigine e della terapia riabilitativa necessaria per un pieno recupero della funzione dell’equilibrio. La vertigine procurata da una malattia dell’orecchio viene di solito avvertita come sensazione di veder ruotare gli oggetti che ci circondano. La diagnosi si avvale di metodiche quali la registrazione dei movimenti oculari o l’utilizzo di pedane per la misurazione delle oscillazioni del nostro corpo; si può affermare che sempre più la valutazione dei pazienti con disturbi vertiginosi necessiti una strumentazione dedicata. L’otoneurologo deve possedere conoscenze di otologia, di neurologia, di psicologia e di metodiche di tipo riabilitativo.

Quali sono le cause?
Le cause otologiche, cioè provocate da una malattia dell’orecchio, che determinano vertigine sono diverse. Una neurite vestibolare di solito procura vertigine di lunga durata, normalmente giorni, accompagnata a nausea e vomito. Nella maggior parte dei casi è procurata da una infezione virale dell’orecchio interno e del nervo vestibolare. La Sindrome di Menière procura ripetuti episodi vertiginosi accompagnati di solito a diminuzione di udito, ogni singolo episodio della durata di ore. L’emicrania è spesso causa di vertigine recidivante; nei bambini alcune forme di vertigine, a volte diagnosticate come manifestazioni di disagio psicologico, sono in realtà delle prime manifestazioni di emicrania. Ripetuti episodi vertiginosi spesso determinano in alcune persone situazioni di ansia, condizione che spesso produce una sensazione di costante instabilità. Ad oggi i confini tra disturbi di equilibrio e disturbi d’ansia e panico appaiono in alcuni casi labili e spesso scarsamente definiti.

Quali sono i tempi di guarigione?
Dopo un episodio vertiginoso acuto, spesso il vestibolo continua a funzionare meno bene rispetto al contro laterale per diversi anni; è tuttavia esperienza comune che nel giro di alcuni giorni, massimo settimane, il nostro equilibrio e capacità di muoverci nello spazio ritorni normale. La “guarigione clinica” avviene attraverso un meccanismo di tipo centrale (legato cioè al funzionamento del nostro cervello) di “ritaratura” del nostro sistema dell’equilibrio; il nostro cervello cioè valorizza maggiormente le informazioni provenienti dalla vista e dal sistema propriocettivo (la sensibilità ad esempio della pianta del piede al contatto del pavimento) nel controllo posturale. In alcuni pazienti tuttavia questo processo è eccessivamente lento, oppure una volta conseguito viene perso. Concomitanti disturbi visivi od ortopedici possono rallentarlo.

Quali sono i progressi della medicina in questo campo?
La recente letteratura scientifica ha sottolineato come l’ansia sviluppata a seguito della vertigine ne sia spesso la causa. Un incompleto compenso ha come manifestazione la sensazione di veder oscillare gli oggetti durante i movimenti rapidi della testa, che si traduce in una visione non nitida ed offuscata. Per spiegare la relazione tra la vista ed il vestibolo si potrebbe dire che l’acuità visiva statica (a testa ferma) sia una funzione della vista, mentre l’acuità visiva dinamica (durante i movimenti della testa) sia legata in gran parte al funzionamento del sistema vestibolare. Solitamente quindi la persona con scarso compenso avverte il fastidio, descritto come instabilità, sensazione di vedere offuscato, senso di testa vuota, in posti affollati e ricchi di immagini in movimento quali piazze o centri commerciali. Nei pazienti nei quali il compenso vestibolare avviene in modo incompleto, la terapia riabilitativa, che consiste in una serie di esercizi tesi ad ottenere un miglior controllo posturale durante i movimenti della nostra testa, ha dimostrato notevole efficacia.

Quanto incide il fattore stress?
Esiste una discreta associazione tra vertigine e stress; è osservazione comune ad esempio che i pazienti con vertigine recidivante più facilmente hanno episodi acuti durante i periodi di maggiore stress e durante questi periodi più facilmente viene perso il compenso precedentemente ottenuto, la cui manifestazione è la sensazione di instabilità cronica. L’incremento di disturbi di equilibrio e vertigine osservati negli ultimi 10-20 anni potrebbe essere legata all’incremento di disturbi d’ansia, per quanto probabilmente mezzi diagnostici più raffinati consentano una maggior precisione diagnostica.

Cosa sono, invece, gli acufeni?
Gli acufeni sono il terzo sintomo che comunemente viene associato a malattie dell’orecchio interno. Viene definito acufene la sensazione illusoria di percepire un suono in assenza di un suono presente nel mondo esterno. Il 10% della popolazione mondiale ne è affetto. Il 60% dei pazienti con acufene avvertito da oltre 6 mesi non ha una malattia a carico dell’orecchio o del cervello; considerare l’acufene come un disturbo legato ad una malattia dell’orecchio è quindi improprio. Noi “sentiamo”, cioè percepiamo consciamente la presenza di un suono, quando questo arriva in aree della corteccia del nostro cervello, le cosiddette aree conscie. Prima di arrivare al nostro cervello “conscio” i suoni arrivano in zone del nostro cervello in cui vengono valutati e filtrati, gli si attribuisce per così dire un voto che ne determina l’importanza. Quando un suono importante arriva in queste zone, tutti gli altri suoni presenti nello stesso istante vengono “archivati” ad un livello non conscio, in modo che la nostra mente conscia si occupi solo dei primi. Inoltre, l’orecchio interno di tutti gli esseri viventi produce un suono come condizione di normalità, quindi al nostro cervello arrivano suoni dal mondo esterno e suoni dal nostro orecchio. Le persone avvertono casualmente la presenza del suono prodotto dal nostro orecchio quando si trovano in ambienti particolarmente silenziosi o quando diminuisce la soglia uditiva, ad esempio per un’otite o dopo esposizione a rumore. In altre, la percezione di questo suono può essere valutata dal cervello non conscio come un suono importante e quindi inviato al cervello conscio. La terapia con arricchimento sonoro ha numerose evidenze scientifiche circa la sua efficacia; ha come obiettivo la cancellazione della percezione dell’acufene attraverso l’esposizione ad un suono esterno che ci faccia avvertire progressivamente meno il nostro acufene. E’ una terapia semplice e priva di effetti collaterali. Ottiene buoni risultati in circa l’80% dei casi.

Riferimenti:
Dottor Roberto Teggi
Medico Chirurgo, specialista in Otorinolaringoiatria
Riceve a Milano: Ospedale San Raffaele, via Olgettina 60 - Tel 02.2643.2020;
Centro Testa e Collo, piazza Diaz 7 - Tel. 02.875.644
Sito: www.acufene.org

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7 Commenti

  • scusate non riesco ad entare nella mia password ed entare nel forum.ormai riscrivo la miea email.mi faresta un piacere.grazie :) roman.cult@virgilio.it ho già scritto sul forum.buona giornataromina

  • così almeno leggo l’email riguardo al sapere del mio discorso.grazie.buona giornata tutti :)

  • Salve ho 44 anni e ho mal di orecchie e come qualcosa che mi spingie dietro !!mA prima mi viene caldo da peto verso colo e orecchie !! Grazie

  • Tante parole e poca professionalità…visitato dal luminare Dott. Teggi e poi lasciato a se stesso…manco risponde alle email che lui stesso dice di scrivergli…non aggiungo altro

    • un mio amico ha fatto un bagno in mare mentre era raffreddato , tappo di cerume , infiammazione e relativo acufene, ma non immaginando fosse questa la causa, non racconta l’episodio a Teggi …il quale lo visita e gli diagnostica un disturbo neurosensoriale …il mio amico poco convinto va al PS , gli rimuovono il tappo e gli danno antibiotici ….adesso ci sente a bomba…..ebbravo il luminare

  • c’è anvora qualcuno su questo forum?

  • tutti parlano bene del dottor Teggi, credo che prenotero’ una visita con lui

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