Sistema Sanitario|18 febbraio 2012 09:50

La gestione delle emergenze sanitarie

Il Servizio Sanitario Nazionale per gestire le emergenze sanitarie che si presentano su tutto il territorio utilizza una capillare organizzazione di servizi integrati tra di loro, con lo scopo di fornire una risposta adeguata al cittadino in difficoltà. Tale sistema di emergenza prevede:

  • un sistema di allarme sanitario dotato di un unico numero telefonico, breve e universale, in collegamento con tutte le centrali operative: il 118;
  • un sistema territoriale di soccorso;
  • una rete di servizi e presidi ospedalieri, funzionalmente differenziati e gerarchicamente organizzati.

Il sistema di allarme sanitario è assicurato dalla centrale operativa, cui fa riferimento il numero unico telefonico nazionale 118. Alla centrale operativa affluiscono tutte le richieste di intervento per emergenza sanitaria. La centrale operativa garantisce il coordinamento di tutti gli interventi nell’ambito territoriale di riferimento ed è attiva per 24 ore al giorno. Essa si avvale di personale infermieristico adeguatamente addestrato, nonché di competenze mediche di appoggio. Il 118 è attivo 24 ore su 24 e ha lo scopo di fornire ai cittadini una risposta rapida e corretta alle emergenze. Una volta composto il numero, il cittadino si mette in contatto con una delle centrali operative di zona, normalmente organizzate su base provinciale, che coordinano l’emergenza sanitaria sul territorio, organizzano l’intervento di soccorso e attivano la risposta ospedaliera. E’ la centrale operativa, infatti, che sceglie il mezzo più idoneo da mandare sul luogo, con o senza medico, valutando la gravità dell’evento e la complessità dell’intervento, e l’ospedale più appropriato verso il quale dirigere il personale medico e/o paramedico intervenuto.

Il sistema territoriale di soccorso o sistema di emergenza/urgenza si basa, invece, su una serie di strutture variamente organizzate, tra cui ricordiamo i Punti di Primo Intervento, i Pronto Soccorso, i Dipartimenti di Emergenza/Urgenza di primo livello e i Dipartimenti di Emergenza/Urgenza di secondo Livello.

I Punti di Primo Intervento sono chiamati a garantire il primo intervento sanitario, la stabilizzazione dei parametri vitali del paziente e l’attivazione del trasporto protetto. Essi rispondono ai bisogni sanitari urgenti ma non gravi, che trovano risoluzione senza fare ricorso immediato a esami strumentali complessi, visite specialistiche o ricovero.

Il Pronto Soccorso ospedaliero si occupa, invece, dell’accettazione e del trattamento dei pazienti non urgenti e urgenti, oltre che delle emergenze, realizzando tempestivamente tutti gli accertamenti del caso. Esso deve essere utilizzato sia nei casi in cui una persona si trova in pericolo di vita, sia nei casi in cui il paziente, se non sottoposto a terapie mediche specifiche in breve tempo, può andare incontro a rischi per la salute. Al contrario, non deve essere utilizzato per evitare liste di attesa per visite specialistiche non urgenti o per la compilazione delle ricette mediche. L’ospedale sede di pronto soccorso deve assicurare, oltre agli interventi diagnostico-terapeutici di urgenza compatibili con le specialità di cui e dotato, almeno il primo accertamento diagnostico, clinico, strumentale e di laboratorio e gli interventi necessari alla stabilizzazione del paziente, nonché garantire il trasporto protetto.

Il Dipartimento di Emergenza deve assicurare nell’arco delle 24 ore, anche attraverso le unità operative specialistiche di cui è dotato l’ospedale, oltre alle funzioni di pronto soccorso, anche interventi diagnostico-terapeutici. Esso si divide in primo  e secondo livello.
Il Dipartimento di emergenza-urgenza di primo livello garantisce le funzioni specialistiche di base (per esempio Chirurgia, Ostetricia, Pediatria, Medicina, Ortopedia, laboratorio di analisi, rianimazione, etc. al fine di assicurare adeguati livelli di assistenza fin dal primo intervento con collegamenti anche con altri ospedali.
Il Dipartimento di emergenza-urgenza di secondo livello, invece, rispetto a quello di primo livello, è anche dotato di servizi di alta specialità ed è in grado di gestire pazienti anche con quadri clinici più complessi. Il livello di specializzazione è perciò maggiore.

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