Interviste|8 febbraio 2012 13:24

Crisi e separazione, il ruolo del mediatore

Con il dottor Stefano Becagli, Psicologo e Mediatore Familiare, affrontiamo il tema del sostegno familiare alla singola persona, alle coppie e ai figli di quelle in procinto di separarsi. Molte volte i drammi familiari sono evitabili con l’aiuto dello specialista, pronto a offrire soluzioni a problemi che sembrano insormontabili.

Quali sono i problemi che, insieme ai suoi pazienti, deve affrontare quotidianamente?
I problemi maggiormente frequenti riguardano ansia e depressione nelle loro svariate forme. Oltre a questo, lavoro da un lato sull’impulsività e sulla difficoltà a darsi limiti (ad esempio nella gestione dell’alimentazione) e dall’altro sulla problematicità ad esprimere sentimenti e bisogni.

Cos’è la Mediazione Familiare?
La mediazione familiare è un percorso di breve durata (10/12 incontri) volto alla riorganizzazione delle relazioni famigliari in vista o in conseguenza alla separazione e al divorzio. Il mediatore familiare viene attivato dai genitori, a cui garantisce qualificazione certificata, neutralità , competenza specifiche, massima riservatezza, autonomia rispetto al campo giudiziario.

Qual è il ruolo del mediatore familiare?
Il mediatore familiare facilita il confronto e la comunicazione fra i genitori su tutti quegli aspetti relativi alle relazioni con i figli (mantenimento, salute, tempo libero, educazione, istruzione) e su ulteriori argomenti oggetto di conflitto, in maniera che siano i genitori stessi in prima persona a mettere a punto un progetto di separazione apprezzabile per loro e per i figli in cui poter svolgere la comune responsabilità genitoriale. Il mediatore familiare, inoltre, accompagna i genitori separati o in fase di separazione, al ripristino di una comunicazione adeguata e alla ricerca di un accordo autentico, condiviso e soprattutto durevole, per il bene di tutti i componenti del nucleo familiare, sensibilizzando la coppia al valore ed al rispetto delle genitorialità. Aiuta, infatti, la coppia a comprendere l’importanza del ruolo genitoriale, anzitutto se lacerato dalla conflittualità agita con risentimento e si adopera perché si possa imparare a gestire la naturale conflittualità in modo equilibrato, empatico, positivo, in un momento drammatico per la coppia, carico di tensioni e di ansie, pieno di insicurezze e dubbi.

Sostegno psicologico: cos’è e a chi è rivolto?
Il sostegno psicologico è un servizio rivolto al singolo, alla coppia o alla famiglia che si mostra come una relazione d’aiuto contrassegnata essenzialmente dalla comprensione e dalla partecipazione empatica dello psicologo nei confronti delle difficoltà e del disagio esistenziale del paziente, attinenti a circostanze particolarmente problematiche che si possono incontrare nel proprio percorso esistenziale (separazione, divorzio, perdita del lavoro, lutto, depressione post partum). L’obiettivo principale del sostegno psicologico è quello di diminuire la percezione di ansia, panico, solitudine, disorientamento, incapacità, oppure la depressione del paziente. Oltre a ciò il sostegno psicologico rende la persona cosciente delle proprie doti e protagonista davanti alle innumerevoli opportunità di decidere e gestire la propria esistenza per mezzo di rinnovati schemi comportamentali più funzionali che gli permettono di trovare in sé stesso il punto di riferimento riguardo al proprio presente e per le decisioni future.

Qual è il suo ruolo nel sostegno psicologico?
Sono molto importanti l’umanità e l’empatia dello psicologo perchè costituiscono un sostegno esclusivo ed essenziale il cui compito fondamentale è migliorare le competenze di mutamento e adattamento della persona e fortificare la struttura dell’Io col proposito di una buona gestione e della risoluzione del disagio. Lo psicologo sostiene la persona nel mettere in moto le capacità per il mutamento e nel considerare la propria situazione incentrando l’attenzione sul presente. La persona che affronta il percorso di sostegno psicologico con lo Psicologo, a seconda della problematica esposta, potenzia nuove modalità di risoluzione dei conflitti, di comunicazione, di pensiero, all’interno di un rapporto di fiducia e ascolto. Il rapporto che si istituisce con lo Psicologo permette di cambiare in meglio il contatto con il proprio ambiente, con se stessi e con la propria quotidianità.

Quali sono, secondo lei, i malesseri più diffusi e può suggerire piccoli consigli per prevenirli?
I malesseri più diffusi sono fobie e ansia in genere. Il consiglio primario per prevenirli è quello di non evitare la situazioni che ci causano certi disagi, ma provare ad affrontare gradualmente quelle che possono essere delle ossessioni, cioè non mettere in atto i rituali (le compulsioni) o limitarli. Decidere che si può dedicare il tempo a pensare all’ossessione in un momento scelto della giornata nel quale siamo più sereni (blocco/rinvio del pensiero). Per quello che concerne la depressione il consiglio è quello di non spingersi e non sforzarsi, ma focalizzarsi su ciò che si desidera.

Quale consiglio darebbe agli internauti che cercano in rete la risoluzione a problematiche mediche, sia lievi che complesse?
Con molta facilità, navigando su internet, si trovano moltissime offerte di aiuto per disturbi e disagi di natura psicologica ai limiti della legalità. In questo caso il rischio maggiore è per la persona che ricerca aiuto attraverso internet e si affida a queste persone che non sono in possesso delle giuste competenze, ricevendo non soltanto un intervento poco professionale ma addirittura pericoloso. Tanti sono i personaggi che si designano psicologi, per non essendo in possesso né di autorizzazioni, né di titoli per farlo.
Lo Psicologo è unicamente chi, ultimato il percorso di studi presso l’Università, abbia successivamente conseguito l’abilitazione all’esercizio delle professione superando con successo l’Esame di Stato. Chi invece ha esclusivamente conseguito la Laurea non può fregiarsi del titolo di Psicologo, ma unicamente quello di Dottore in Psicologia. Chi è unicamente laureato e si spaccia per Psicologo compie reato di esercizio abusivo della professione.
Consiglio, perciò, di affidarsi unicamente a siti gestiti da Professionisti e non aspettare molto tempo prima di rivolgersi a un professionista di persona se il disturbo persiste, per poter risolvere la situazione di disagio prima che si complichi ulteriormente. Una problematica psicologica non affrontata può dare origine a conseguenze negative che ricadono sulla salute personale, negli ambiti familiari e professionali.

Riferimenti:
Dottor Stefano Becagli
Psicologo e Mediatore Familiare
Studio Privato Milano: viale Beatrice D’Este, 42 – Tel. 349.3810997
Sito: www.stefanobecagli.it

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