Interviste|4 febbraio 2012 12:32

Ortodonzia, le nuove frontiere nella cura dei denti

Col professor Marco Finotti, medico chirurgo Odontoiatra, specialista in Ortodonzia, tra l’altro membro del comitato scientifico delle riviste “Agenda della Salute” e ”Implantologia dentale e Parodontologia” e socio attivo SIO e SIDO, affrontiamo diversi temi, tra cui le nuove metodiche anestesiologiche per la cura delle patologie dentarie, le nuove attrezzature, come prevenire e curare la piorrea e l’igiene dentaria in gravidanza.

La sua specializzazione in ortodonzia Le consente di affrontare quali patologie o disfunzioni?
La specializzazione permette di affrontare lo studio e il trattamento delle patologie dell’occlusione malocclusioni ortodontiche e ortodontico-chirurgiche e che richiedono, quest’ultime, per la correzione, un trattamento chirurgico associato all’ortodontico) e dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM spesso responsabili di cefalee, nevralgie, cervicalgie e disturbi posturali ma anche tavolta alla vista e all’udito). Attualmente le correzioni delle mal occlusioni rispetto pochi anni orsono vengono effettuate anche su pazienti adulti, sia con i tradizionali apparecchi esterni visibili o poco visibili perché in ceramica, sia con le metodiche linguali (in tal caso il posizionamento degli apparecchi avviene nel lato interno non visibile del dente) o con le metodiche invisibili mediante mascherine trasparenti che permettono la risoluzione anche di complesse mal occlusioni potendo mantenere la normale vita di relazioni. Queste mascherine vengono regolarmente indossate, ma essendo trasparenti non sono visibili nella quotidianità; è questa una metodica di cura frequente per esempio nel modo del giornalismo televisivo e dello spettacolo in genere.

Nel suo studio vengono applicate metodiche anestesiologiche particolari per eseguire le cure in assenza di dolore. In cosa consistono?
Il paziente odontoiatrico talvolta può necessitare di tecniche anestesiologiche più raffinate o più profonde per sedute odontoiatriche più importanti o più lunghe, perchè concentrate nel numero o per ridotta collaborazione del paziente stesso. Nel primo caso l’uso di tecniche anestesiologiche più “profonde” permette sia di rendere il paziente meno partecipe emotivamente alle sedute stesse con maggior “distacco psicologico”, e quindi minor coinvolgimento emotivo, sia di avere postumi decisamente più leggeri, sfumati anche per sedute chirurgiche importanti ed estese. Nel secondo caso il trattamento di pazienti affetti da handicaps psico-fisici o addirittura non collaboranti consiglia o richiede obbligatoriamente l’uso di tecniche anestesiologiche più profonde, dalla sedazione con protossido d’azoto, alla farmacologica, che può essere anche endovenosa fino all’anestesia generale. L’ipnosi permette, in pazienti ad indicazione specifica, di evitare l’anestesia o di riuscire ad eseguire le sedute odontoiatriche laddove, per fare un esempio, la fobia per la poltrona del dentista, non lo permetterebbe. Tutte queste metodiche richiedono l’intervento di professionalità specifiche, presenti nel nostro centro, in ausilio all’odontoiatra curante. L’obiettivo principale comunque è quello di effettuare sedute odontoiatriche a basso stress per il paziente, in assoluta assenza di dolore, anche nel caso dei più importanti trattamenti chirurgici implantologici o rigenerativi-ricostruttivi con minimi postumi nei giorni successivi ai trattamenti.

Quali moderne attrezzature utilizzate e quali sono i benefici rispetto agli strumenti tradizionali?
Attrezzature in grado di consentire terapie chirurgiche meno invasive e più efficaci rispetto le metodiche tradizionali, con ridotto traumatismo e migliore compliance da parte dei nostri pazienti e con guarigione più rapida.

  • Il phisio-dispencer è un’attrezzatura che viene utilizzata nella chirurgia implantologica, nella chirurgia estrattiva e nella chirurgia ossea in generale; permette di lavorare con l’apporto contestuale di soluzione fisiologica sterile per evitare il surriscaldamente osseo e di regolare sia la velocità degli strumenti rotanti che il torque (la forza) degli stessi, permettendo migliori risultati rispetto ai trapani tradizionali.
  • Il bisturi a risonanza quantica molecolare è un’attrezzatura molto raffinata utilizzata nelle sale operatorie per la chirurgia generale ed altre chirurgie più specialistiche; fortunatamente è in dotazione nei nostri ambulatori,cosa eccezionale per gli elevati costi, ma è di grande aiuto per i nostri pazienti; a differenza dell’elettrobisturi lavora a basse temperature senza surriscaldare i tessuti (e per la precisione separa i ponti di idrogeno tra le cellule), permettendo una rapida guarigione negli interventi nei tessuti molli (gengive, guance, lingua, etc..) con un post-chirugico ottimamente tollerato dai pazienti per il ridotto edema (gonfiore) e i ridotti ematomi.
  • La piezochirurgia è, invece, un’attrezzatura ad ultrasuoni che permette di lavorare sui tessuti duri ossei e dentali in modo estremamente raffinato e poco traumatico. Questa attrezzatura ha sostituito in parte il phisio-dispencer, anche in implantologia, per il ridotto traumatismo che provoca e per la più rapida guarigione che determina.

Spesso si consiglia l’estrazione dei denti del giudizio per evitare diverse complicanze. Quando è davvero necessario intervenire?
L’estrazione dei denti del giudizio viene consigliata precocemente in età adolescenziale, quando il loro sviluppo è ancora incompleto e risultano inclusi, quindi all’interno dell’osso e gengive, per l’impossibilità di comparsa nelle arcate, in assenza di spazio. Risulta infatti più semplice, in assenza di spazio, la loro estrazione quando sono parzialmente sviluppati, anche se inclusi. Negli adulti l’estrazione è consigliata in presenza di complicanze o per prevenire le complicanze che spesso possono, i denti del giudizio, provocare, come problemi parodontali ai denti vicini, ascessi per incompleta eruzione, carie ed altro ancora. Molto si discute sull’azione di spinta dei denti del giudizio e sull’affollamento che questi possono provocare, ma su questo argomento non vi sono certezze dal punto di vista scientifico.

Piorrea, come riconoscerla e come prevenirla?
La piorrea è il terrore dei nostri pazienti e anche di molti colleghi, è denominata con il termine di malattia parodontale. Questa è caratterizzata dal riassorbimento osseo e dalla retrazione gengivale sino a provocare la perdita di elementi dentari, pur sani. Tuttavia può essere diagnosticata in fase precoce e iniziale ed essere curata. La diagnosi la si effettua solo con le radiografie endoorali e il sondaggio parodontale; le piccole radiografie, non la panoramica che è imprecisa, permettono di evidenziare i livelli ossei e quindi i riassorbimenti dell’osso che vengono poi misurati in millimetri, con i sondaggi parodontali effettuati attorno a tutto il perimetro delle radici dei denti. Le terapie per la malattia parodontale sono: non chirugiche, con sedute di igiene e di skaling a livello delle radici esposte, e chirurgiche, laddove le non chirugiche non possono risolvere radicalmente il problema.

Quali sono le ultime frontiere nell’implantologia?
Attualmente direi che l’implantologia sembra “non avere limiti”, nel senso che in assenza di controindicazioni assolute, e sono queste estremamente rare, chiunque indipendentemente dall’età e dalla quantità ossea, può sottoporsi ad un trattamento implantologico con successo. Vi è poi la possibilità di eseguire tecniche a cielo chiuso e computer guidate, senza incidere la gengiva e metodiche a carico immediato che permettono, alla fine dell’intervento chirurgico di fissare immediatamente la protesi fissa sugli impianti appena posizionati, con estrema riduzione dei tempi operativi e migliore compliance dei nostri pazienti, migliorando in modo considerevole la loro qualità di vita. Questo può essere effettuato anche in pazienti molto anziani e con complicanze a livello di salute, se adeguatamente gestiti e monitorati durante la fase chirurgica. Le tecniche ricostruttive permettono poi l’esecuzione di impianti anche in situazioni di importanti atrofie ossee.

Quali consigli si sente di dare alla donna in gravidanza per prevenire problemi dentali sia a lei che al suo bambino?
Importante, prima di ogni cosa, che esegua controlli regolari prima della gravidanza onde effettuare, se necessario, le cure indispensabili e urgenti, per poi avere la possibilità, durante il delicato periodo della gravidanza, di recarsi dal dentista solo per 1-2 sedute di igiene professionale, onde evitare le infiammazioni gengivali. Sono infatti queste le manifestazioni frequenti dovute alle modifiche della secrezione salivare sia nella quantità che densità, secrezione che ha notevole importanza sulla detersione delle superfici dentarie. E’ risaputo e scientificamente dimostrato che in presenza di carie o processi infiammatori gengivali sono più frequenti i parti di bimbi sottopeso come pure i parti prematuri.

Riferimenti:
Prof. Marco Finotti - Prof. a C. Università agli Studi di Padova
Medico chirurgo Odontoiatra, specialista in Ortodonzia
Studio Privato Padova: Centro Medico Vesalio, via Sorio, 12 - Tel. 049.723413
Studio Privato Milano: Studio Odontoiatrico Vesalio, piazza Lima,1 - Tel. 02.29521972
Sito: www.studiodentisticofinotti.it

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