Salute|18 luglio 2016 09:49

Congiuntivite, la più comune affezione degli occhi

La congiuntivite è l’infiammazione della congiuntiva, la membrana sottile e trasparente che ricopre la superficie interna delle palpebre e la parte anteriore dell’occhio e che produce un liquido limpido e trasparente che lubrifica la palpebra e la cornea. Quando i piccolissimi vasi sanguigni da cui è attraversata si congestionano, per processi infiammatori e infettivi, causano la cosiddetta congiuntivite.

Si tratta di un’affezione molto comune che può assumere caratteri diversi a secondo del tipo e della gravità del processo e delle cause che ne hanno determinato l’insorgenza. Essa può essere causata sia da virus che da batteri, da allergie (ai pollini, alle polveri, ai cosmetici o ai farmaci), da stimoli irritativi (quali corpi estranei, luce intensa, raggi ultravioletti in montagna o sulla neve, deficit della vista) o da riduzione cronica della produzione lacrimale.  Le forme infettive, batteriche o virali, possono colpire uno o entrambi gli occhi, e sono collegate ai raffreddori o al mal di gola, mentre la forma allergica di solito colpisce entrambi gli occhi. Le forme virali sono abbastanza comuni e alcuni virus sono in grado di attaccare anche altri organi (per esempio l’Herpes Zoster).

Prurito, bruciore, sensazione di corpo estraneo nell’occhio e palpebre appiccicate sono i sintomi più evidenti dell’affezione. In caso di complicazioni, è presente anche dolore. L’occhio generalmente si presenta limpido, con secrezioni limpide in caso di congiuntivite allergica, o purulente, ossia che contiene pus, in caso di congiuntivite batterica.

Nelle terapie, la forma allergica solitamente viene trattata con colliri antistaminici, mentre quella batterica con colliri a base di antibiotici; le forme virali generalmente guariscono spontaneamente ma, in casi particolari, si possono usare colliri cortisonici. Forme acute dell’affezione possono evolversi in forme croniche, nelle quali si ha una riduzione delle secrezioni lacrimali e un ispessimento dell’epitelio congiuntivale che, a sua volta, può portare ad altre complicazioni.

Il contagio solitamente avviene dal contatto diretto con biancheria infetta o con acqua contaminata (per esempio, in piscina). Nel 2% dei neonati vi è il rischio di una pericolosa infezione degli occhi al momento della nascita, chiamata oftalmia neonatorum, causata da microbi presenti nel canale del parto. Per questo motivo gli occhi dei bambini, subito dopo la nascita, vengono protetti da un unguento a base di antibiotici.

Quando si contrae una congiuntivite infettiva, soprattutto virale, essendo molto contagiosa, è bene seguire alcuni semplici regole per evitare la trasmissione dell’affezione. In primis è necessario non toccare con le mani l’occhio malato e lavarle molto spesso con soluzioni sterili. E’ bene non scambiarsi asciugamani  e cuscini e fare attenzione ad evitare il contatto anche con l’altro occhio, qualora non fosse già interessato dall’infezione.

La durata media varia da pochi giorni ad oltre un mese, come nel caso delle congiuntiviti virali epidemiche da adenovirus. È bene, tuttavia, consultare il medico se la situazione non migliora dopo 3 giorni, se il dolore aumenta e l’occhio diventa sempre più rosso, se c’è un offuscamento della vista o se compare febbre.

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