Salute|2 marzo 2018 15:17

Asma, quando i bronchi sono troppo sensibili

L’asma è una malattia infiammatoria cronica delle vie respiratorie in cui bronchi risultano esageratamente sensibili a una serie di stimoli esterni, ai quali reagiscono con una contrazione dei muscoletti contenuti nelle loro pareti che provoca, a sua volta, una diminuzione del loro diametro. Ciò ostacola il passaggio dell’aria, con comparsa di una più o meno grave difficoltà di respirazione. Infatti, i sintomi tipici dell’asma sono la mancanza di respiro accompagnata da tosse e il particolare respiro sibilante.

Essa interessa il 5% della popolazione, in particolare bambini, anche se colpisce tutte le età: in particolare, dopo i trent’anni, questa malattia colpisce soprattutto le donne. Si stima che nel mondo ne siano affette più di 100 milioni di persone e numerosi studi suggeriscono che tale malattia sia in aumento.
Per l’asma che si sviluppa nella vita adulta, inoltre, nella maggior parte dei casi, non c’è guarigione. Anche in caso di periodi molto lunghi in cui i sintomi sono completamente assenti, è possibile che a un tratto ricompaiano, per esempio in seguito ad una brutta bronchite o per la permanenza in un ambiente ricco di allergeni. Per questo è consigliato non dimenticare il farmaco d’emergenza ed eseguire controlli specialistici anche in fase di stabilità di malattia.

Esistono due tipi di asma bronchiale: una forma allergica, in cui l’allergene può agire in modo perenne o sporadico e una non allergica, determinata da fattori di varia natura.

L’asma allergica, che compare in un terzo dei pazienti e che viene definita anche asma estrinseca, spesso si manifesta fin dall’infanzia e la comparsa della crisi dipende dall’esposizione alla sostanza nei cui confronti si è sviluppata l’allergia, quali pollini, forfore e peli di animali, muffe e acari.

In altri pazienti affetti da asma non allergica la presenza dell’allergia costituisce, invece, solo uno degli elementi in gioco e può presentarsi per il concorrere di sintomi di diversa natura, per esempio infezioni delle vie respiratorie, fattori irritativi, fattori psicologici. Esiste, inoltre, anche la possibilità che a scatenare crisi asmatiche non allergiche siano delle medicine, come l’aspirina o i coloranti utilizzati per la preparazione degli alimenti, soprattutto quelli utilizzati per dare il colore giallo.
In altri casi ancora, per i quali si parla di asma intrinseco, le crisi sono provocate esclusivamente da fattori non allergici e si ha quando gli allergeni esterni sono ignoti e i test di sensibilità cutanea sono negativi. Inizia in età adulta o senile ed è di tipo più o meno continuo.

La caratteristica che accomuna, perciò, tutti i pazienti affetti da asma è la eccessiva reattività dei bronchi, ossia la tendenza delle vie respiratorie a reagire agli stimoli in maniera esagerata: una condizione che può essere sia ereditata, che acquisita nel corso della vita. Mentre nei soggetti allergici però la responsabilità è da attribuire al contatto con l’allergene, negli altri pazienti possono entrare in gioco diversi fattori, tra cui gli inquinanti atmosferici, le polveri e i fumi presenti negli ambienti di lavoro, gli sforzi fisici, ma anche emozioni o improvvise variazioni della temperatura.

Le crisi asmatiche solitamente si presentano improvvisamente e spesso durante la notte, quando c’è una diminuzione di sensibilità dei bronchi. I sintomi iniziano con la comparsa di tosse secca, accompagnata da sibili e da sensazione di costrizione al petto. Poi compare la dispnea, ossia la difficoltà di respiro. La fine della crisi asmatica si accompagna, invece, con la comparsa di espettorato denso e vischioso, eliminato con la tosse.
Durante l’attacco, la mucosa dei rami bronchiali più piccoli e dei bronchioli polmonari si ispessisce, la muscolatura liscia dei bronchi si contrae e il passaggio dell’aria è difficoltoso. Se non trattati in modo adeguato, gli attacchi possono essere anche molto gravi e addirittura fatali. In caso di attacco d’asma acuto e grave, infatti, può essere necessario il ricovero in ospedale per minaccia di soffocamento. Esistono, comunque, farmaci in grado di attenuare un attacco acuto anche gravissimo.

L’asma è spesso associata a un fenomeno noto come atopia, cioè una iperproduzione di immunoglobuline E (dette anche IgE) dirette contro i comuni allergeni ambientali, come i pollini di fiori e piante, le spore dei funghi, gli acari della polvere, i peli degli animali, le muffe e alcune proteine animali. In seguito all’esposizione ad allergeni, gli anticorpi già sensibilizzati danno il via alla risposta infiammatoria. L’atopia è il maggior fattore di rischio noto per lo sviluppo di asma bronchiale e di altre forme allergiche.

L’asma è una malattia cronica, per la quale non esiste oggi alcun trattamento risolutivo, ma è possibile controllarne il decorso. Per effettuare un piano di controllo adeguato è importante però che la malattia sia diagnosticata precocemente, per evitare gli effetti dannosi di una infiammazione cronica. L’asma bronchiale cronica, infatti, a causa dello sforzo determinato dai ripetuti attacchi, può col tempo originare una cardiopatia.

La diagnosi di asma non è semplice, soprattutto nei bambini piccoli. Test della funzionalità polmonare, come la spirometria, contribuiscono però a effettuare una diagnosi corretta. Non bisogna dimenticare infatti che, anche se dall’asma non si può guarire, la malattia può essere trattata efficacemente.

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