Salute|7 gennaio 2014 17:15

L’ipertiroidismo tra i disturbi della tiroide

L’ipertiroidismo tireotossicosi è una condizione morbosa causata da una eccessiva produzione di ormoni tiroidei da parte della tiroide, la ghiandola endocrina situata nella zona anteriore del collo, all’altezza circa della cartilagine tiroidea della laringe, che può aumentare di volume (iperplasia). Questa condizione è anche conosciuta come malattia o morbo di Graves.

La tiroide secerne gli ormoni tiroidei, indispensabili alla crescita e al regolare funzionamento dell’organismo: la calcitonina, che controlla il metabolismo del calcio, e della tiroxina (T4) e della triiodotironina (T3), responsabili del metabolismo basale, la cui carenza compromette il corretto funzionamento della ghiandola stessa. Essa comprende infatti due sistemi endocrini: il primo produce gli ormoni tiroidei (T3 e T4), il secondo la calcitonina.

L’ipertiroidismo si manifesta con una serie di sintomi iniziali determinati dall’iperattività del metabolismo corporeo, come intolleranza al calore, aumento della sudorazione, nervosismo, insonnia, tachicardia, ipertensione, tremori, diarrea e protrusione dei bulbi oculari. I sintomi più evidenti della malattia sono: un aumento del volume della tiroide, chiamato comunemente gozzo; atrofia a carico dei muscoli scheletrici e del muscolo cardiaco, ossia la riduzione delle dimensioni o della loro normale attività; perdita di peso associata ad un aumento dell’appetito, provocata dall’iperattività metabolica dell’organismo.

L’ipertiroidismo è uno dei più frequenti disturbi endocrino-metabolici. Colpisce prevalentemente le donne fra i 20 ed i 40 anni, anche se può insorgere a qualunque età. Le cause possono essere molteplici: la presenza di anticorpi capaci di stimolare la tiroide, un nodulo tiroideo iperfunzionante (adenoma tossico), un’errata prescrizione medica di ormoni tiroidei nella tireotossicosi medicamentosa, un eccesso di iodio da assunzione di farmaci contenenti iodio o incauta profilassi di iodio in zone endemiche. L’ipertiroidismo può manifestarsi perciò sia in associazione a un nodo tiroideo unico o multiplo (gozzo nodulare tossico), oppure ad una crescita uniforme della tiroide (morbo di Basedow).

Si può avere un ipertiroidismo anche in seguito a una tiroidite, patologia transitoria che tende a risolversi da sola, a un tumore all’ipofisi con produzione di TSH (Tyroid Stimulating Hormone, di natura proteica secreto dall’adenoipofisi e che regola proprio l’attività della tiroide), e alla produzione di ormoni tiroidei scatenata da un tumore extratiroideo.

La terapia medica che blocca l’attività della ghiandola con farmaci che inibiscono la sintesi degli ormoni tiroidei è consigliata nell’infanzia e nell’adolescenza, mentre la terapia chirurgica, che consiste nell’asportare una parte della massa ghiandolare, è indicata nei gozzi che provocano compressione degli organi contigui e nelle persone che presentano recidiva dopo terapia medica.

Un altro metodo per curare l’ipertiroidismo è di danneggiare o distruggere le cellule tiroidee che producono ormoni tiroidei  con iodio radioattivo, poiché queste cellule hanno bisogno di iodio per produrre ormoni. Lo iodio radioattivo viene somministrato oralmente, di solito sotto forma di una piccola capsula assunta in una sola volta. Esso viene assorbito velocemente dalle cellule tiroide iperattive e la frazione non assorbita, scompare dal corpo in qualche giorno.

Leggi il parere dell’endocrinologo

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