Salute|18 gennaio 2012 15:07

L’HPV e l’evoluzione verso il carcinoma

Il carcinoma della cervice uterina (il collo dell’utero) è causato dall’infezione genitale da virus del papilloma umano (HPV) e costituisce la seconda neoplasia maligna più diffusa a danno dell’apparato riproduttivo femminile. Esso è il primo cancro a essere riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come totalmente riconducibile a un’infezione.

I tumori della cervice uterina sono classificati in base alle cellule da cui prendono origine e sono prevalentemente di due tipi: il carcinoma a cellule squamose e l’adenocarcinoma.

Si parla di carcinoma a cellule squamose quando il tumore deriva dalle cellule che ricoprono la superficie dell’esocervice (la parte esterna del collo dell’utero) e di adenocarcinoma quando, invece, il cancro parte dalle cellule ghiandolari dell’endocervice (parte esterna del canale cervicale). Inoltre, esistono dei tumori della cervice che presentano un’origine mista e sono per questo definiti carcinomi adenosquamosi.

Si stima che oltre il 75% delle donne sessualmente attive si infetti nel corso della vita con un virus HPV, del quale sono stati identificati più di 120 genotipi. Tuttavia la maggior parte di queste infezioni è transitoria, perché il virus viene eliminato dal sistema immunitario prima di sviluppare un effetto patogeno. Inoltre, solo alcuni tipi di HPV sono pericolosi dal punto di vista oncologico, mentre la maggior parte rimane silente o si limita a dare origine a piccoli tumori benigni detti papillomi e noti anche come verruche genitali. La persistenza dell’infezione virale è, invece, la condizione necessaria per l’evoluzione verso il carcinoma.

La degenerazione verso una forma tumorale maligna, più o meno grave, sembra sia  più frequente tra le donne di basso livello socio economico e tra quelle che hanno avuto numerosi e precoci rapporti sessuali. Può aumentare il rischio di infezione anche un’insufficienza immunitaria legata per esempio ad un’infezione da HIV, il virus dell’AIDS per intenderci, oppure alla chemioterapia.

Non vi sono segni né sintomi precoci che consentono di sospettare la presenza di un carcinoma della cervice uterina. L’unico modo per scoprire questi tumori è il Pap Test, da ripetere solitamente ogni 2 o 3 anni, a partire dai 21 anni o con l’inizio dell’attività sessuale fino ai 65 anni. Il pap test permette di identificare le lesioni che potrebbero precedere la comparsa della neoplasia o eventuali tumori allo stadio iniziale.

Questo esame niente affatto doloroso consiste nel prelievo, tramite tampone vaginale, di muco dalla regione della cervice uterina che sarà poi esaminato al microscopio. Il test è in grado di rilevare il 90% dei tumori alla cervice e il suo impiego ha ridotto di oltre il 50% la percentuale di morte per questo tipo di cancro.

Da qualche anno, le donne hanno a disposizione un vaccino capace di tenere lontani i due tipi di HPV responsabili della maggior parte dei tumori della cervice (HPV 16 e HPV 18). In Italia il vaccino è oggi fornito gratuitamente alle bambine al compimento del dodicesimo anno.

 

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