Associazioni|4 giugno 2012 07:39

Assistenza e vita condivisa per i malati di AIDS

Nel lontano 1992 fu inaugurata la casa famiglia “Villa del Pino” dei Padri di Betharram con l’obiettivo di assistere coloro che, in Aids conclamata, dimessi dagli ospedali o usciti dal carcere, non avevano più una casa propria né un supporto familiare. Con il contributo di operatori professionali, il sostegno di tanti volontari e il conforto della vicinanza della comunità religiosa fino ad oggi sono stati assistiti un centinaio di malati, non solo con il linguaggio tecnico dell’assistenza, ma anche col linguaggio della vita condivisa.
Padre Mario Claudio Longoni, responsabile della casa famiglia e dell’associazione onlus che la sostiene, intervistato per Salute Italia.

Perchè nasce la Casa Famiglia “Villa del Pino”?
La Casa Famiglia “Villa del Pino” a Monte Porzio Catone, in provincia di Roma, nasce il 16 marzo del 1992, per accogliere persone malate di AIDS. Essa è gestita in collaborazione con l’associazione “Il Mosaico onlus” e i preti del Sacro Cuore di Gesù di Betharram, ossia i Padri Betharramiti.

Qual è lo scopo?
Lo scopo della casa famiglia è quello di assistere i malati di Aids che, dimessi dagli ospedali, dalle strutture socio-sanitarie e dalle carceri di Roma e del Lazio, non hanno un supporto familiare e sono privi di qualunque sostegno. Qui possono trovare un’accoglienza che lenisca le loro sofferenze, rimuova l’emarginazione e un aiuto sanitario, psicologico, sociale e spirituale. La casa famiglia si impegna a non selezionare le ospitalità in base alle differenze sessuali, sociali, culturali, etniche, religiose. L’associazione “Il Mosaico onlus”, senza scopo di lucro, ha come fine principale, oltre che la collaborazione nella casa famiglia, l’assistenza ai malati di AIDS, alle persone sieropositive e ai loro familiari, privilegiando  di rivolgere il proprio intervento verso le persone più deboli con finalità di socializzazione, di promozione e di inserimento nella vita sociale.

Quali sono i risultati e gli obiettivi raggiunti in questi primi venti anni di vita?
La casa famiglia, ad oggi, ha ospitato 81 persone in AIDS di cui 54 sono state accompagnate alla morte. L’associazione ha curato invece le attività di informazione (11 convegni), di prevenzione (6 progetti finanziati dagli Enti pubblici), di pubblicazione (Il notiziario e 5 testi), di ricerca sociale (a carattere nazionale) e di Intervento in Africa (Repubblica Centrafricana).

Quali sono i progetti di prevenzione, i servizi di assistenza che mettete oggi in campo e con quale scopo?
Nel Lazio, l’associazione, a partire dal 1992, ha curato interventi di informazione e di prevenzione nel Distretto socio/sanitario RM/H1 in particolare in diversi istituti scolastici di media inferiore e superiore: il Progetto DHIVA mirato alle donne; il Progetto MATRIX, per la prevenzione nelle classi III e IV con la metodologia della peer education; il Progetto Warm-up in alcune classi della media inferiore, per la prevenzione dei comportamenti a rischio della salute degli adolescenti. In Lombardia ha organizzato una mostra fotografica itinerante sulle condizioni di vulnerabilità dei popoli dell’Africa all’infezione di HIV/AIDS in nove istituti della Brianza; ha formalmente partecipato al Progetto Ekotonos proposto nel carcere di s. Vittore a Milano con una serie di interventi congiunti ad altre associazioni per la difesa dei diritti e per la riabilitazione delle persone carcerate; ha realizzato il Progetto Mordi e Fuggi con il Centro psicoterapeutico di Monza per la prevenzione dei comportamenti compulsivi a rischio negli adolescenti. In Toscana ha allestito un fumetto, sull’AIDS e l’infezione da HIV, per adolescenti e giovani, diffuso nelle scuole della provincia di Prato. Ininterrottamente dalla sua fondazione, inoltre, l’associazione ha indetto manifestazioni pubbliche per celebrare il 1 dicembre, la Giornata Mondiale di lotta all’AIDS ed ha partecipato a molte campagne di prevenzione promosse dal Ministero della Salute.

Quali sono i progetti nell’imminente futuro e a lunga scadenza?
La casa famiglia insieme all’associazione sono in attesa delle autorizzazioni per ristrutturare un immobile in via Prenestina a Roma per avviare il progetto di Pronta Accoglienza Residenziale a favore delle persone con HIV/AIDS detenute e straniere in Italia, denominato Casa Accoglienza “Jonathan Mann”. Da un anno hanno avviato il Centro san Michele di Bouar nella Repubblica Centrafricana per la cura delle infezioni sessualmente trasmesse e l’assistenza alle persone in AIDS.

Cosa rende possibile la vostra attività a favore dei malati di Aids?
La responsabilità e la conduzione della casa famiglia sono dei Padri  Betharramiti che, oltre a mettere a disposizione la struttura e il suo mantenimento, impiegano in essa quattro religiosi coadiuvati da un’equipe di operatori professionali che si alternano a coprire le 24 ore giornaliere di assistenza. La casa famiglia è convenzionata con la Regione Lazio che copre, circa, il 70% dei costi di gestione. Per le proprie attività l’associazione si avvale, invece, dell’opera di 11 dipendenti  e di 97 soci/volontari.

Qual è il ruolo dei volontari e in che modo assistono le persone ospitate nella vostra struttura?
In casa famiglia i volontari, oltre che offrire il sostegno fisico e morale agli ospiti ammalati, collaborano con il personale per le attività straordinarie e curano gli aspetti amministrativi, oltre che gestire uno spazio di attività occupazionali e riabilitative. Nell’ambito dell’associazione, i volontari curano tutte le attività sul territorio e le manifestazioni pubbliche.

Un invito ai lettori affinché vi scelgano per donare il 5×1000  nella loro dichiarazione dei redditi.
Cari amici, molti di voi lo scorso anno hanno scelto di donare il 5XMILLE all’Associazione Il Mosaico, per sostenere le sue attività a favore della Casa Famiglia “Villa del Pino” di Monte Porzio Catone e  vi ringraziamo. Ciò ha consentito di incassare circa 12.000 € (con riferimento all’anno fiscale 2010)  con evidenti benefici sul bilancio dell’Associazione e sugli impegni che essa assolve nei confronti della  Casa Famiglia. Quest’anno vi chiediamo un impegno maggiore, giacché con grande affanno si riesce a mantenere in piedi la struttura che ha chiuso il bilancio 2011 con 86 mila euro di perdita. L’impegno che chiediamo è innanzitutto di rinnovare la scelta per il 2012 e poi di sensibilizzare e convincere almeno tre vostri amici, familiari o conoscenti a fare altrettanto.
Se invece volete sostenere l’Associazione anche con un contributo libero detraibile dalle imposte, fate un bonifico sul ccp 86121001 o sul conto corrente bancario c/o la Banca Popolare Etica intestato all’Associazione – IBAN IT06D0501803200000000108661 – indicando nella causale: “Contributo liberale a favore dell’Associazione Il Mosaico onlus”. Per ogni altra informazione, poi, potete scriverci  a:  info@associazioneilmosaico.org.

Riferimenti:
www.associazioneilmosaico.org

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